LA VITAMINA D
Il termine vitamina D viene usato per indicare i composti steroidei colecalciferolo ( vit. D3) ed ergocalciferolo ( vit. D2). Il primo di origine animale lo troviamo in maggior quantità nell’olio di fegato di merluzzo e in altri pesci come le aringhe, il tonno, lo sgombro, il salmone, poi nel tuorlo d’uovo e nel burro. Il secondo di origine vegetale è contenuto seppur in tracce in alcuni ortaggi a foglia verde. La vitamina D è indispensabile per mantenere la salute e l’efficienza di tutto l’apparato scheletrico. Regola l’assorbimento del calcio e del fosforo e fa in modo che i due minerali si fissino nelle ossa di cui costituiscono la principale componente. La sua carenza nei primi anni di vita può provocare il rachitismo, un’alterazione della calcificazione delle ossa, con modificazioni irreversibili della loro struttura e della loro forma, mentre in età adulta è responsabile dell’osteomalacia, caratterizzata dalla progressiva rarefazione delle ossa, che diventano più fragili e si fratturano con facilità. Chi vive in climi soleggiati e svolge vita all’aria aperta ha scarsa possibilità di contrarre carenze: la vitamina viene infatti sintetizzata dall’organismo, sotto lo stimolo dei raggi ultravioletti, utilizzando la provitamina D, un precursore presente in diversi vegetali ( ne abbiamo parlato nel post precedente ). Il fabbisogno di vitamina D varia da 1500 U.I./ die per gli adulti sani a 2300 U.I./die per gli anziani. Viene danneggiata dall’esposizione prolungata alla luce, dall’essicazione e dall’aggiunta di sostanze acide, viceversa non viene distrutta dal calore e rimane stabile nei processi di preparazione e conservazione degli alimenti. La vitamina D ha un effetto benefico sulle difese immunitarie. Ha proprietà antinfiammatorie e immunoregolatorie: stimola la funzione dei globuli bianchi, senza di essa, le cellule T non sarebbero in grado di reagire e combattere le infezioni e i virus che attaccano l’organismo.